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Cucinare a pressione

Come funziona la pentola a pressione

Per comprendere l’entità e l’importanza dei vantaggi offerti dall’uso della pentola a pressione, bisogna comprendere da quali elementi è costituita e come funziona, passo dopo passo.

Uno strumento tutt’altro che complicato

Sicura e facile da usare, la pentola a pressione risolve le difficoltà di chi non vuole rinunciare alla buona tavola, anche se ha poco tempo da passare in cucina e, in più, rispetta le esigenze dell’alimentazione moderna, che coniuga salute, gusto e leggerezza. Com’è possibile? Grazie ai principi fisici su cui si basa il suo funzionamento e agli elementi di cui si compone. Rivediamoli insieme per scoprire davvero tutti i vantaggi di questo straordinario strumento in termini di tempi, sapori e consumi, e per convincere i pochi scettici rimasti.

Com’è fatta la pentola a pressione

Ci troviamo di fronte a una solida casseruola di metallo pesante (si tratta di solito di acciaio inossidabile con il fondo diffusore in alluminio e acciaio), del tutto simile a una casseruola tradizionale che, per sfruttare certe proprietà fisiche dei liquidi, viene chiusa in modo ermetico da un coperchio, sempre in acciaio inossidabile. Il coperchio è dotato sia del meccanismo di sicurezza di chiusura e apertura (se è rimasta anche la minima pressione all’interno della pentola, non è possibile aprirla), sia di due dispositivi di regolazione della temperatura: le valvole di funzionamento e di sicurezza, che determinano la temperatura alla quale la pentola deve cuocere i cibi e consentono lo sfogo del vapore, tenendo sotto controllo il sistema. Nel punto di giunzione tra il corpo e il coperchio si trova un altro elemento fondamentale: la guarnizione, in silicone o in gomma, che garantisce la tenuta dell’insieme alla pressione che si creerà all’interno.

La fisica in pillole, anzi in gocce… di vapore

La nostra pentola funziona grazie al vapore acqueo e sfrutta il rapporto che esiste tra la sua temperatura e la sua pressione. Se mettiamo sul fuoco una pentola scoperta e piena d’acqua, quest’ultima bollirà dopo un bel po’ di tempo a 100°C e il vapore acqueo che si creerà si disperderà per la cucina. Se invece chiudiamo la pentola con un coperchio a tenuta, il vapore non ha modo di sfuggire e andrà a occupare l’intero spazio a sua disposizione. Continuando a scaldare l’acqua, si produrrà altro vapore il quale, non potendo uscire dalla pentola, si comprimerà facendo aumentare costantemente la pressione. All’aumento della pressione corrisponde quello della temperatura che supera così i 100°C: per questo è possibile cucinare i cibi nella metà o addirittura in un terzo del tempo necessario, per esempio, nella bollitura.

L’importanza della valvola di funzionamento

Man mano che la pressione aumenta, il vapore preme contro il coperchio e contro la valvola di funzionamento. Quest’ultima, a un valore stabilito, comincia a borbottare ed emettere sbuffi di vapore: vuol dire che la pressione ha raggiunto il valore ideale e la valvola può cominciare a rilasciare il vapore in eccesso.

Tanto calore con pochi consumi!

All’interno della pentola il calore prodotto si distribuisce in modo omogeneo e gli alimenti che vi si trovano immersi cuociono rapidamente, conservando i liquidi di cottura e gli aromi. Infine non bisogna dimenticare che la pentola a pressione raggiunge rapidamente il bollore e che, per mantenere la temperatura ideale, basta una fiamma molto bassa: questo significa ridurre il consumo di gas, a tutto vantaggio dell’ambiente che ci circonda.