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Salute e benessere

Quale sale è migliore per la salute?

Il mercato offre ora molte varietà di questo ingrediente, anche esotiche. Ma come dobbiamo comportarci nella scelta del sale migliore per la nostra salute?

Il sale di una volta

Una volta il sale era uno solo, disponibile in due versioni: fino o grosso, ed era usato soprattutto in cucina, anche se non sono mai mancati utilizzi alternativi. Nella storia recente, per esempio, si è appreso che quello grosso è utile per la lavastoviglie, perché elimina quella patina di calcare che l’acqua lascia su posate, piatti e bicchieri. Alcune di noi con un certo coraggio hanno provato a mescolarlo all’olio d’oliva e a spalmarlo sulle gambe con un guanto di crine: l’effetto è quello del peeling, un po’ “unto”, ma molto naturale. Insomma i metodi di impiego si sono evoluti, ma si tratta sempre del buon vecchio sale bianco. Nulla di più.

Rosa, rosso, nero, grigio, blu…

Oggi invece il sale bianco non fa più notizia e altri tipi di sale sono diventati famosi al posto suo, spesso riconoscibili grazie al colore, di provenienza esotica e, soprattutto — scherzi a parte — tutti dotati di proprietà davvero interessanti, non solo tra i fornelli.

Il più raro è il sale blu di Persia, proviene dalle miniere di sale dell’Iran; è ricco di potassio e cloro, decisamente sapido e leggermente speziato. È usato sia per condire che per decorare piatti raffinati.

Il più pregiato è il sale rosa dell’Himalaya, di origini cristalline, ricco di elementi naturali e minerali; non è trattato chimicamente, è particolarmente digeribile, non dà ritenzione idrica e non copre i sapori dei cibi. Oltre che in cucina, è utilizzato per i trattamenti benessere.

Il più ricco di ferro è il sale rosso delle Hawaii e deve il suo colore all’argilla vulcanica da cui proviene. Dà il meglio di sé sul pesce e sulla carne, alla griglia o arrosto.

Il più povero di sodio è il sale grigio di Bretagna, prodotto all’interno di costruzioni d’argilla lungo le coste atlantiche della regione francese. Ricco di sali minerali, si rivela particolarmente adatto alle verdure, specie se cotte al vapore o bollite.

Il più detossinante è il sale nero di Cipro: di origine marina è nero perché arricchito di carbone vegetale. È usato per decorare, ma anche per insaporire le patate dolci, il pesce bianco, le uova.

Non sono infine “famosi” per il loro colore, ma comunque saporiti e buonissimi, il sale affumicato della Danimarca, profumatissimo, e il fior di sale (o sale della Camargue), raffinato e iposodico.

Il sale che fa bene

Senza nulla togliere ai sali più trendy del momento — alcuni dei quali in realtà antichissimi — quello che però non può mancare per il nostro benessere è il sale iodato, l’unico indicato per tutti gli individui in salute, senza eccezioni. Lo iodio, infatti, presente nelle acque del mare e nelle specie animali che lì vivono (pesci, crostacei, molluschi), è un micronutriente indispensabile a livello ormonale e ciascuno di noi dovrebbe consumarne almeno 150 microgrammi al giorno. Vale la pena sottolineare che, in generale, i vegetali ne contengono quantità limitate, per questo i vegetariani rivelano spesso carenza di iodio, che può essere contrastata con dosi moderate di integratori alimentari.