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L'antiaderente in cucina

Lunga vita alla padella antiaderente come usarla e conservarla

L’innovazione di pentole e padelle con rivestimento antiaderente ha completamente rivoluzionato lo stile di vita e le abitudini in cucina.

Tutti sappiamo che grazie alle padelle con rivestimento antiaderente è possibile cucinare in modo sano, senza aggiungere grassi di origine animale o vegetale alle pietanze durante la cottura, e ciò permette di dare un taglio consistente alle calorie.

Ma il dato ancora più importante per la salute è che si tratta di supporti privi di cadmio, piombo e PFOA, l’acido perfluoroottanoico usato come tensioattivo nella produzione dello strato antiaderente di molti oggetti di uso quotidiano (e fino a qualche anno fa anche delle pentole). Questo, a contatto con le fonti di calore, diventa instabile e rilascia sostanze cancerogene per l’organismo.

Le continue ricerche e le nuove tecnologie produttive hanno reso possibile cucinare con pentole e padelle sempre più innovative, resistenti e conformi alle regolamentazioni riguardanti la sicurezza alimentare, che facilitano le cotture e migliorano la vita in cucina, senza la necessità di seguire accorgimenti particolari.

È pur vero, però, che la corretta manutenzione di questi preziosi supporti è importante per preservare più a lungo e inalterate le caratteristiche che li rendono speciali.

La cura di pentole e padelle è contestuale al loro corretto uso in cucina. In questo senso basta seguire pochi semplici consigli:
– utilizzare una fiamma di dimensioni adatte al fondo dell’utensile in modo da evitare il contatto diretto dei manici con il calore,
– non fare surriscaldare il fondo a fuoco intenso senza cibo, poiché a lungo andare ciò potrebbe danneggiare il rivestimento antiaderente e deformare la base,
non carbonizzare mai i grassi e gli oli di cottura,
non tagliare mai gli alimenti direttamente all’interno dell’utensile.

Per mescolare i cibi si possono utilizzare la maggior parte degli utensili in metallo, ma è buona regola evitare coltelli, forchette o pinze contundenti che potrebbero causare leggeri graffi e abrasioni. Pur non alterando nell’immediato le prestazioni dello strato superficiale di rivestimento, questi potrebbero apparire con l’uso.

Meglio ricorrere agli utensili in legno o in silicone (leccapentole, palette, fruste rivestite). Essendo materiali “morbidi”, all’atto dello sfregamento non rovinano la superficie dell’antiaderente che quindi si conserverà intatta molto più a lungo.

Questi materiali, inoltre, sono degli ottimi isolanti. La loro conducibilità termica, ossia la capacità di assorbire calore, è molto bassa, il che significa che ne assorbono meno rispetto ad altri materiali come l’alluminio o l’acciaio. Il vantaggio da non sottovalutare è il minore rischio di scottarsi le mani davanti al fornello mentre si manteca un risotto o si mescola una crema pasticcera.

Una volta terminata la cottura degli alimenti, le pentole e le padelle vanno opportunamente lavate.

Per agevolare la pulizia ed evitare lo sfregamento eccessivo, soprattutto quando la superficie appare un po’ carbonizzata per via della cottura prolungata di alcuni cibi, può essere utile lasciarle in ammollo per qualche minuto in acqua tiepida, così da facilitare lo scioglimento delle incrostazioni.

Pentole e padelle con rivestimenti antiaderenti non vanno lavate con spugne abrasive, pagliette in acciaio inox o in lana d’acciaio che rovinano il fondo.

Si usano spugne o panni dalla fibra morbida, detergenti per piatti, oppure limone e aceto. Rimedi di pulizia naturali ed efficaci, non dannosi per l’ambiente.